venerdì 26 aprile 2024

Capitolo 12: Mercoledì 24 maggio 2017


 

GattaCiCovaModena
di Stefano Soranna

Ieri mattina si è svolta presso la sede della Questura di Modena la conferenza stampa riguardo la morte di Giorgio S. Finalmente si sta muovendo qualcosa, gli inquirenti sono quasi certi che nelle prossime ore ci possa essere una svolta.
Intanto hanno convocato la signora Lara, come persona informata sui fatti. Sembra che dall’esperimento svoltosi qualche giorno fa presso la sede dei Vigili del Fuoco siano stati chiariti alcuni punti oscuri. Le prove fatte hanno dimostrato che il corpo di Giorgio non è stato spinto ma che è caduto come se si fosse appoggiato alla ringhiera di schiena. Risulta pure che non abbia urlato e che avesse un’espressione attonita e stupita, gli inquirenti pensano che abbia visto qualcosa che non credeva di poter vedere, che lo abbia meravigliato a tal punto da farlo indietreggiare e appoggiare alla ringhiera. 
Questa tesi è avvalorata dal fatto che se fosse stato spinto la posizione nella caduta  sarebbe stata diversa, sarebbe dovuto arrivare sul terreno in un punto più lontano rispetto a quello dove è atterrato realmente. Ma come mai la ringhiera ha ceduto? Sembra infatti che, parlando con amici, avesse detto di aver scoperto che, dopo il terremoto del 2012, l’imbullonamento al muro di detta ringhiera, anche a causa delle tante scosse di assestamento successive, si allentasse di continuo, costringendolo, non avendo i soldi per pagare un intervento risolutivo, a stringere ogni tanto i bulloni. Ciò non giustifica che la stessa sia volata di sotto. Piuttosto gli inquirenti sospettano che la vittima avesse progettato di eliminare la moglie, svitando la ringhiera dal muro, ma per uno strano gioco del destino, non è stata lei a cadere ma lui. 
Però queste sono solo illazioni, non ci sono prove o certezze. Poi c’è il mistero del vaso di miseria, come lo sta definendo la stampa. Non si capisce come sia c’entrato ma si sa che ha avuto un ruolo fondamentale. Nei prossimi giorni verranno risentiti tutti gli inquilini del palazzo, voci portano in quella direzione, forse qualcuno ha, se non visto, sentito qualcosa che finora ha giudicato ininfluente, ma che alla luce delle nuove scoperte potrebbe essere illuminante per la risoluzione del caso.
Una cosa è certa, quello che è successo su quel ballatoio è molto strano, in quella casa a quell’ora c’erano solo Giorgio e sua moglie. Ecco perché Lara è stata convocata, come detto, solo come persona informata sui fatti. Il questore Dottor Pisquano ha disposto che la signora, sofferente come sappiamo di sonnambulismo, venga sottoposta a seduta ipnotica da parte di uno psichiatra esperto nel settore, per vedere se ha visto senza vedere e possa finalmente spiegarci cosa è successo la notte del 10 maggio sul balcone del suo appartamento al nono piano di via Pasteur.

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giovedì 25 aprile 2024

Ignazio Balla - Un duello, 1932




 

Anton Webern + Sinfonia per orchestra da camera op. 21 (1928)

Vienna 3-XII-1883 • Mittersill [Salisburgo] 15-IX-1945

Compiuti gli studi prima a Graz e Klagenfurt poi, dal 1904 al 1908, a Vienna con Arnold Schönberg (come condiscepolo di Alban Berg), studiò anche musicologia all'Università e nel 1908 iniziò un'intensa carriera di direttore d'orchestra in patria, in Germania e in Cecoslovacchia, ma dal 1914 al '18 dovette arruolarsi nell'esercito abbandonando ogni attività.
Nel 1918 inizia a insegnare e riprende saltuariamente a dirigere: dirige i concerti dell'Orchestra Sinfonica Operaia di Vienna e per dieci anni una corale pure di operai, contribuendo alla diffusione di composizioni contemporanee. Nel 1927 viene nominato direttore di Radio Vienna, ma nel 1934 deve abbandonare ogni attività pubblica, dedicandosi all'insegnamento e dopo il 1939, in seguito all'Anschluss, esclusivamente alla composizione. 
Fu ucciso per puro caso da un soldato americano, pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Pochi musicisti come Webern ebbero forse nella storia la ventura di essere sottovalutati in vita e riconosciuti in tutta la loro statura solo dopo la morte. Allievo di Schönberg, Webern imboccò ben presto una strada che, partendo da presupposti comuni, doveva ben presto allontanarsi considerevolmente da quella battuta dal maestro. Se Schönberg era stato conscio dell'esigenza di un rinnovamento del linguaggio, Webern non solo fece propria quest'esigenza, ma la condusse alle conseguenze più radicali. Mentre il primo aveva puntualizzato con la dodecafonia una tecnica che poteva servire a sostituire quella della tonalità, ferme restando in genere le categorie di "melodia," "accompagnamento" e costruzione formale (dal rondò alla forma-sonata), il secondo individuò nella stessa serie dodecafonica la possibilità di una costruzione musicale che prescindesse da ogni compromesso col passato, sia formale sia strumentale: egli ricavò infatti dalla stessa conformazione della
serie e dal rapporto tra gli undici intervalli di essa i presupposti di una rigorosa costruzione musicale, che solo dall'interna struttura seriale trae le ragioni del suo essere e del suo divenire.
Webern, e non solo nelle composizioni dodecafoniche, si cala nel materiale musicale per farne vibrare i più reconditi legami interiori, per costringerlo insomma a un'espressione diretta.
Cade completamente, nella sua musica, il concetto di "melodia" tradizionale, e il discorso si realizza in virtù di una costante variazione di piccole costellazioni sonore, che si distribuiscono ai diversi strumenti dell'orchestra formando una vera e propria "melodia di timbri," per usare l'espressione individuata da Schönberg nel 1911 e pienamente attuata poco più tardi da Webern. Dalla strumentazione di Webern trae pertanto origine il cosiddetto "puntillismo," cioè la frantumazione dell'idea musicale tra i diversi strumenti, che nei continuatori di Webern fu portato all'estremo per venir poi a sua volta superato.

Sinfonia per orchestra da camera op. 21 (1928)
"Sinfonia" in un senso assai lato, naturalmente, non in quello della forma classica che è completamente abbandonata. Il processo di rarefazione strumentale viene qui portato ancora avanti (ben quindici anni sono passati dal precedente lavoro orchestrale, e lo stile di Webern si è ulteriormente maturato), e la trasparenza della scrittura polifonica è senza precedenti. Tale processo di rarefazione si può osservare soprattutto nel primo tempo ("Andamento tranquillo"), mentre nel tema e sette variazioni che costituiscono il secondo e ultimo pezzo della composizione si nota una maggiore condensazione di suoni e di ritmi, che nella quinta variazione raggiunge effetti quasi drammatici.
La partitura è scritta per quattro fiati (clarinetto, clarinetto basso e due corni), arpa e quattro archi (due violini, viola e violoncello): anche gli archi dovrebbero essere impiegati solisticamente, ma nelle esecuzioni odierne si impiega per lo più il normale raddoppio dell'orchestra da camera.

mercoledì 24 aprile 2024

Claudio Reverberi: Noveotto, novetre, quattro uno


«Pronto…?
Sono la tua segreteria telefonica, quella che tu ancora non hai: 
perché non mi vuoi, perché mi respingi?
E’ tanto che desidero ricevere i messaggi dei tuoi amici pieni di cose curiose e tu... tu non mi stimi abbastanza, pensi che io sia una di quelle cose senz’anima che complicano la vita…
Povero ingenuo!
Se tu vedessi la delicatezza e la sensibilità dei miei circuiti cambieresti subito opinione:
io sono altruista, disponibile, efficiente, terrei a distanza gli importuni, i logorroici che si raccontano al telefono, i tuoi creditori…
Sono un’Entità perfetta, non ho un metabolismo biologico come il tuo che risente del variare del tempo, degli sbalzi d’umore, delle sostanze che ingerisci… sì, caro il mio Reverberi:
non sei poi tanto affidabile…
Io sono sempre calma, cortese, ho una memoria infallibile (digitale), posso ripetere qualsiasi informazione, la voce di chi ti è caro: 
se vorrai potrò essere la tua collaboratrice fidata, la tua amica del cuore... ma tu non rispondi, come mai?».
«Piss piss, bizz bizz  e  zipp!!».
«Non sei Reverberi, sei... la segreteria telefonica del canile comunale?
... Ma è fantastico!
Sai quante cose potremmo fare, insieme?
Pensa soltanto al fatto che due Essenze perfette che si uniscono moltiplicano le loro forze e le loro potenzialità in modo esponen...».
 
Questa la telefonata che non ho ricevuto dalla mia segreteria telefonica, di cui purtroppo sono ancora privo non avendo compreso tutte le sue meravigliose e multiformi possibilità.
Se qualcuno di voi fosse contattato da quell’adorabile e distratta Creatura le passi per favore il mio numero di telefono: noveotto, novetre, quattro uno
 
gliene sarei eternamente grato...


martedì 23 aprile 2024

Meteoropatia


 
Ho sonno
e non riesco a dormire.
Ho gli occhi spalancati,
ma sono al buio.

Non riesco neppure
a pensare,
se pensassi
mi addormenterei ...

Ho le gambe nervose,
le muovo di continuo,
cambio posizione,
ma non prendo sonno.

Sento il tempo
che sta cambiando
e sono molto nervoso ...

... maledetta meteoropatia ...